lunedì 29 febbraio 2016

Quando non riusciamo a finire un libro.

Non sempre quello che cominciamo a leggere ci coinvolge, piace, travolge al punto da voler arrivare fino alla fine. Mi è appena successo con Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Bello l'inizio, direi anzi un colpo di genio, belli alcuni incipit, diversi perché è come se il romanzo ricominciasse diverse volte. Bello in definitiva quell'insieme di passaggi che solo Calvino ha saputo ideare, con uno stile accattivante, leggero e ironico al punto giusto. Insomma, se apparentemente questo romanzo-non romanzo ha tutte le carte in regola per entrare nel novero dei libri che amo, mi sono arresa, arenandomi definitivamente circa a metà, incuneandomi sull'ennesimo nuovo inizio, confondemdomi e perdendomi dietro personaggi che non mi piacciono, che non suscitano in me alcuna curiosità.

domenica 21 febbraio 2016

Umberto Eco come Pico della Mirandola

L'espressione più comune quando viene a mancare qualcuno che è stato particolarmente importante è siamo un po' più soli, e forse è proprio così da qualche giorno, da quando è esplosa notizia della morte di Umberto Eco. Scrittore, filosofo, semiologo, non sono che etichette che non ne esauriscono il genio e l'intelletto, perché Eco è stato un maestro anzitutto, una di quelle menti intessute di cultura e con il dono della curiosità, con lo sguardo attento sul tempo dal passato fino al futuro immaginabile. Una delle sue ultime affermazioni, quella sulla libertà di espressione agli imbecilli che i social sanno offrire è solo una delle infinite arguzie di questo grande studioso - e per altro mi trova del tutto d'accordo.

lunedì 15 febbraio 2016

Se William Shakespeare potesse parlare...

Il 2016 è l'anno shakespeareano, ricorre il 400enario della morte del più grande drammaturgo di tutti i tempi, esattamente il prossimo 23 aprile. A quattro secoli dalla sua morte, William Shakespeare è l'autore più tradotto e rappresentato al mondo, ciò è già di per sé un elemento che fa pensare e incuriosire non poco. Possibile che i temi, i contenuti, gli intrecci sapientemente intessuti dal Bardo diversi secoli fa si prestino ancora a essere attuali, anzi i prediletti dei tanti teatranti - siano essi produttori, registi, commediografi, attori - che hanno adattato, riscritto, reinventato quelle trame, riempiendo le platee? Ebbene sì, un fenomeno assoluto, mai in crisi, che attraversa le epoche, la storia, gli inciampi e i trionfi dell'umanità per arrivare fino a noi, prediletto da innumerevoli palcoscenici in tutto il mondo.
Autore di 19 commedie, 10 tragedie, 11 drammi storici, 154 sonetti, Shakespeare è stato un prolifico scrittore nel quale quantità e qualità collimano indissolubili. Se l'arte e la letteratura possono vantare i loro geni, il teatro e la drammaturgia non sono da meno. Shakespeare per diversi aspetti è un autore ineffabile, vanta una grande conoscenza dell'animo umano, si muove disinvoltamente fra vicende e caratteri, riservandosi di inventare grandi personaggi o raccontare a suo modo le celebri personalità della storia.

martedì 9 febbraio 2016

Stoner - John Williams

Incipit: William Stoner si iscrisse all'Università del Missouri nel 1910, all'età di diciannove anni. Otto anni dopo, al culmine della prima guerra mondiale, gli fu conferito il dottorato di ricerca e ottenne un incarico presso la stessa università, dove restò a insegnare fino alla sua morte, nel 1956. 

Così inizia un romanzo dal destino singolare, pubblicato negli Usa nel 1965 e rimasto ignorato per lungo tempo fino alla ristampa del 2003, che ne ha decretato il successo. Un romanzo stilisticamente impeccabile, una prosa asciutta, essenziale, un intreccio estremamente semplice. Quando si dice che uno scrittore riesce a mescolare sapientemente tutti gli ingredienti fondamentali per scrivere un buon libro...
E' strano come, agli occhi di chi legge abitualmente, si possa all'improvviso concretizzare un romanzo nel quale non si sarebbero immaginate due combinazioni così inusuali: il cosa, una vicenda lineare, semplice, e il come, la scrittura lucidissima e coinvolgente di un ottimo scrittore americano. Sì, perché comunemente noi lettori da cosa restiamo affascinati? Senz'altro da un'ottima scrittura ma che narri qualcosa che ha un sapore "epico", che travolga, che lasci senza fiato mentre insegui un intreccio vibrante di carattere.
Ebbene, qui lo stile è perfetto e il protagonista è un uomo comune, per molti aspetti perfino banale, un anti-eroe di provincia. Il guscio nel quale Stoner è rinchiuso - dalle convenzioni, da ciò che gli concede l'epoca in cui vive - è questo, ma allora cosa ce lo fa amare visceralmente?
Quando ho terminato il libro, commossa e malinconica come tutte le volte in cui si termina un romanzo che non si è saputo lasciare dalla prima all'ultima pagina, mi sono posta questa domanda e ho riflettuto attentamente a riguardo. Non posso che dire: il come. Il come è il colpo di genio.