lunedì 27 luglio 2015

The hours

Mi sono concessa di vedere questo film per la quinta o sesta volta, consapevole che non sarà l'ultima. Sì, perchè è una di quelle pellicole senza tempo, nelle quali scorgi ogni volta una nota nuova e diversa. Capolavoro imperdibile, insomma.
La sceneggiatura è tratta dall'omonimo romanzo di Michael Cunningham, vincitore del Premio Pulitzer. Tre racconti paralleli e concatenati, "tre note sui diversi piani della scala", come la stessa Virginia Woolf, una delle tre protagoniste dell'intreccio, teorizzava in uno dei suoi scritti mentre pianificava la struttura de "La signora Dalloway", cui per altro il libro di Cunningham è largamente ispirato.
Di questo film mi colpiscono diversi aspetti, a cominciare dalla scelta delle interpreti. Nicole Kidman fu Premio Oscar per questa interpretazione, che senz'altro è un'apprezzabile imitazione di come doveva muoversi Virginia Woolf. Eppure a me sarebbe piaciuto vederci la Streep in quel ruolo, pur sapendo che forse nessun'altra avrebbe potuto interpretare altrettanto bene Clarissa.
Nel complesso, è tutto dove deve stare, regia e fotografia sono perfette. La mia scena preferita è quella della stazione, il sofferto dialogo fra Virginia e Leonard, suo marito (immaginate quanto sia stato difficile e affascinante interpretarlo, due anni fa, in palcoscenico).
I pochi minuti alla stazione sono sconvolgenti. Virginia Woolf ha un immenso mondo da rivelare, e molto di esso resta - forse per sua stessa volontà - non rivelato. Ne conoscevo il libro della sua biografia (da leggere e rileggere), il bellissimo studio di Nadia Fusini, e appare una donna estremamente brillante, di un'intelligenza viva, direi unica. Un'impronta che lascia il segno in chiunque legga qualcosa di suo. Questo film ne mette in luce gli aspetti della depressione, le frustrazioni, la follia. Ma Virginia era anche molto molto altro. All'epoca vidi diverse scene in lingua originale, e devo dire che la Kidman è strepitosa nell'edizione americana. Perde totalmente di "presa" in quella italiana: la doppiatrice, per quanto brava, possiede una voce delicata, con toni alti da principessina, mentre la Kidman è evidente abbia fatto uno studio molto approfondito sulla resa del personaggio e la sua voce è a volte sgraziata, rude, ma estremamente affascinante e travolgente. Insomma, non si può guardare solo all'edizione italiana, e ciò per chi ama il buon cinema dovrebbe essere abitudine frequente.
Nicole Kidman nei panni di Virginia Woolf
Si diceva "tre donne", ebbene tutte non possono che convivere con la sofferenza di una scelta difficile e col dolore che sta nei legami umani profondi che il destino cerca di spezzare, perché sono donne che vivono intensamente, che non si accontentano del ruolo loro imposto. Il rapporto intimo tra donne, l’amore lesbico, taglia fuori la figura ed il ruolo maschile: uomini in fondo buoni, bravi mariti, quasi docili e inutili, o disperatamente incapaci di vivere senza la donna-madre-moglie, uomini  che restano fuori  della porta a denunciare una incomunicabilità di genere.
Oltre alla storia di Virginia, che parla e si muove dal suo tempo, mi tocca profondamente quella di Clarissa, interpretata dalla più grande attrice vivente, Meryl Streep. Amo in particolare i suoi dialoghi soffertissimi con l'amico Richard, altro personaggio di struggente bellezza cui dà voce Ed Harris.
Meryl Streep nel ruolo di Clarissa

Richard crede che non si possa vivere seguendo delle regole, un canone, dei comportamenti che ad altri sembrano moralmente degni, mentre la tua vita si spegne lentamente sprecando i secondi, i minuti, le ore, i giorni... Perché arrivare alla fine dei giorni e rendersi conto di aver vissuto un giorno solo? Richard quindi rinuncia a vivere ancora, nel suicidio è la sua salvezza, esattamente come per Virginia, che sceglie di riempirsi il cappotto di sassi e annegarsi nel fiume Ouse. Molto altro potrei scrivere, ma mi fermo qui, e concludo scrivendo che è un film ben riuscito da ogni punto di vista, capace di indurre a molte riflessioni e anche ad un apprezzamento sempre più intenso del significato della vita.
Di seguito, l'ultima lettera di Virginia Woolf a suo marito.

Carissimo. Sono certa che sto impazzendo di nuovo. Sono certa che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. Comincio a sentire voci e non riesco a concentrarmi. Quindi faccio quella che mi sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la più grande felicità possibile. Sei stato in ogni senso tutto quello che un uomo poteva essere. So che ti sto rovinando la vita. So che senza di me potresti lavorare e lo farai, lo so... Vedi non riesco neanche a scrivere degnamente queste righe... Voglio dirti che devo a te tutta la felicità della mia vita. Sei stato infinitamente paziente con me. E incredibilmente buono. Tutto mi ha abbandonata tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinare la tua vita. Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi.
Virginia.



 Lo avete mai visto? Cosa pensate di queste formidabili interpreti?

14 commenti:

  1. Bellissimo film! E tre interpreti di tutto rispetto (la Streep poi... Quanto è divina?). È davvero un peccato che Nicole Kidman col tempo non sia riuscita a mantere ruoli così belli. Anzi, ultimamente non la si vede nemmeno più.
    Devo leggere assolutamente il romanzo. Magari gli potrei dedicare una puntata della mia rubrica "Oltre le pagine" incentrata sul rapporto tra cinema, tv e letteratura.

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    1. Ciao e benvenuta!
      Sì, se è vero che nella carriera di qualsiasi artista ci sia un apice mai più raggiungibile, quello fu il caso della Kidman, che non ebbe più ruoli tanto belli. Diciamo pure che i suoi due veramente belli sono stati questo e il ruolo di protagonista in The others.
      Scopro adesso il tuo blog, mi sono aggregata. Scambiamoci visite, se vuoi.

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  2. Esatto, poi purtroppo più si va avanti con l'età più è difficile per un'attrice rimanere sulla cresta dell'onda. Eccezion fatta per Meryl Streep che è un mostro sacro ^^
    E grazie mille, ti seguo con grande piacere!

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    1. Se ricordi, anche la Streep ebbe un suo momento "in caduta", verso la fine degli Ottanta e i primi anni Novanta. All'epoca acquistavo ogni mese il bellissimo magazine sul cinema, Ciak, sul quale si scrisse molto riguardo alla sua stella "appannata". Furono anni in cui accettava ruoli brutti come in La morte ti fa bella. Poi è rinata dalle sue ceneri, ed è stato un crescendo di successi.
      A presto!

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  3. Non ho nulla da dire in merito a questo post se non grazie per lo spunto di riflessione in merito a una storia che è fin troppo sconosciuta ai più. Probabilmente senza il film pochi avrebbero letto il romanzo di Cunningham. Mi sarebbe piaciuto vederti a teatro.

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    1. Pochi relativamente ai paesi non statunitensi, perchè in America è stato un grande successo editoriale (per la serie: si pubblicano per la gran parte libri di scrittori veri).
      Grazie, è stato uno dei miei lavori più belli. Se vuoi leggerne qualcosa, vai qui:
      http://iolaletteraturaechaplin.blogspot.it/2015/02/virginia-woolf.html

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  4. Non so parlare di questo film: ricordo l'impatto che ebbe su di me la prima visione, cui ne sono seguite molte altre :D
    Trovo le tre storie incredibili così come le rispettive protagoniste, con un occhio di riguardo alla "straziante" Julianne Moore.
    Ah che meraviglia *__*

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    1. Sì, che meraviglia... Non ho citato il ruolo di Laura Brown (Julianne Moore) perchè fra i tre quello che anche in palcoscenico ho tenuto un po' marginale, diciamo da raccordo alle due epoche e donne Virginia-Clarissa. Ciò non toglie che è davvero struggente. La decisione estrema, quella di sparire agli occhi dei propri cari per trovare una se stessa altrove. Straziante, è vero...

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  5. Che bello questo tuo post, toccante almeno quasi quanto la lettura del libro e la visione del film!

    Un romanzo in cui si coniuga la genialità dell'intreccio narrativo con un livello di scrittura spesso alto. Molto belli di Virginia anche i suoi Diari, dove non spicca solamente la sua tecnica narrativa, ma anche lei come essere umano. Di lei ho letto quasi tutto, ed è una delle mie scrittrici preferite.

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    1. Mi fa piacere imbattermi in persone che l'apprezzano almeno quanto me. :-) Mi capitano altrettanto dei lettori che la trovano "astrusa" e di difficile lettura. Io dico che Virginia Woolf è per palati esigenti.
      Dopo aver letto tanto di suo, sappi che proprio i Diari mi mancano.
      Grazie per aver apprezzato il post, non sono sempre molto convinta di come scrivo un articolo. :-)

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  6. Luana, fai male a essere poco convinta perché sono sempre molto esaurienti oltre che eleganti. Ho letto oggi quello su Frida e ho apprezzato anche quello.

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  7. non lo vedo da anni... ed oggi, nella filmoteca di sky on demond, spero di ritrovarlo...
    grazie per avermi ricordato quanto mi piacesse

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